sabato 14 dicembre 2013


due parole per raccontare come mi siano venute l’idea  e la voglia di trasferire su carta alcune ricette della nostra cucina.
Non ho una preparazione scolastica ma esclusivamente “ sul campo “ dove iniziavo alla tenera età di 15 anni. Erano gli anni ’60, frequentavo le superiori a Rimini,  e in estate si faceva la stagione al mare. Lavoravo al Mario’s Pub, circa 400 posti con menu di carne e pesce, oltre la carta pizzeria e pub - birreria. Con mansioni di cassiera,  brontolavo e sbuffavo ogni volta che  la proprietaria mi chiamava in cucina ad aiutarla. Tritare odori, sbattere uova, pulire gamberetti e verdure erano i compiti che ero in grado di svolgere senza fare danni …. Ma che noia !!!   Gli anni passavano e,  dopo gli esami di maturità, li seguivo a Livigno – Sondrio - dove l’apertura di un altro Mario’s,  che  proponeva una carta molto classica e raffinata,  faceva concorrenza al Chesa Veglia di St. Moritz.
Per passione, ma anche per offrire piatti speciali e mantenere la fama raggiunta, la signora Gabriella  chiamava spesso chef importanti ad impartirle lezioni di alta cucina. Ne ricordo in special modo due che si sono alternati in parecchie settimane nell’arco di una decina di anni:  lo Chef Renato  Gualandi, ormai diventato amico di famiglia, e lo Chef Maselli del ristorante Il Pappagallo di Bologna.  Entrambi  bolognesi  DOC,  al tempo considerati  i “ guru “ dei fornelli, non hanno mai lesinato nel trasmettere ricette e  “segreti”,  pretendendo però   il massimo dell’attenzione e della cura nella preparazione dei piatti. Olfatto e gusto sempre all’erta, ogni piatto doveva essere fatto con amore, come se si cucinasse per conquistare una persona o vincere un premio. Erano gli anni tra il 1970 ed il 1980 … Che tempi !!!  
Naturalmente era obbligatorio che partecipassi pure io che, assistendo alle preparazioni, dovevo anche  prendere appunti nell’eventualità che in futuro ci si dimenticasse qualche passaggio. Col passare del tempo (sono rimasta con loro per  una quindicina di anni), i momenti trascorsi in cucina diventavano sempre più frequenti e sempre meno monotoni. Naturalmente non ero più l’aiuto nel momento di panico ma cucinavo veramente. Ora, col senno di poi, sento il dovere di  ringraziare Gabriella e Mario per aver avuto tanta pazienza ed avermi dato l’opportunità di  acquisire conoscenze,  gusto e fantasia ma soprattutto avermi insegnato ad amare “la musica delle pentole sul fuoco”
Potrei anche dire che, di origini bolognesi e con una mamma casalinga che viveva per cucinare, probabilmente il gene del fornello era già ben definito ed aspettava solamente di essere “risvegliato”. 
 
Ma ad ognuno il suo merito.

Alcune ricette sono tradizionali, altre sono frutto delle “ lezioni “ di allora, altre sono ricette di mia mamma ed altre sono nate dalla mia fantasia. Negli anni le abitudini e l’alimentazione sono cambiate, la cucina è in continua evoluzione,  gli abbinamenti “non si può fare”  sono oggi ben graditi. Tutto ciò   lascia ampio spazio alla creatività, giustificando anche qualche stranezza, con buona pace di Artusi e Carnacina.
Comunque e sempre con amore !!!
          Nori

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