due parole per raccontare come mi siano venute l’idea e la voglia di trasferire su carta alcune ricette della nostra cucina.
Non ho una preparazione scolastica ma esclusivamente “
sul campo “ dove iniziavo alla tenera età di 15 anni. Erano gli anni ’60,
frequentavo le superiori a Rimini, e in
estate si faceva la stagione al mare. Lavoravo al Mario’s Pub, circa 400 posti
con menu di carne e pesce, oltre la carta pizzeria e pub - birreria. Con
mansioni di cassiera, brontolavo e
sbuffavo ogni volta che la proprietaria
mi chiamava in cucina ad aiutarla. Tritare odori, sbattere uova, pulire
gamberetti e verdure erano i compiti che ero in grado di svolgere senza fare
danni …. Ma che noia !!! Gli anni
passavano e, dopo gli esami di maturità,
li seguivo a Livigno – Sondrio - dove l’apertura di un altro Mario’s, che
proponeva una carta molto classica e raffinata, faceva concorrenza al Chesa Veglia di St.
Moritz.
Per passione, ma anche per offrire piatti speciali e
mantenere la fama raggiunta, la signora Gabriella chiamava spesso chef importanti ad impartirle
lezioni di alta cucina. Ne ricordo in special modo due che si sono alternati in
parecchie settimane nell’arco di una decina di anni: lo Chef Renato Gualandi, ormai diventato amico di famiglia,
e lo Chef Maselli del ristorante Il Pappagallo di Bologna. Entrambi
bolognesi DOC, al tempo considerati i “ guru “ dei fornelli, non hanno mai
lesinato nel trasmettere ricette e
“segreti”, pretendendo però il massimo dell’attenzione e della cura
nella preparazione dei piatti. Olfatto e gusto sempre all’erta, ogni piatto
doveva essere fatto con amore, come se si cucinasse per conquistare una persona
o vincere un premio. Erano gli anni tra il 1970 ed il 1980 … Che tempi !!!
Naturalmente era obbligatorio che partecipassi pure io
che, assistendo alle preparazioni, dovevo anche
prendere appunti nell’eventualità che in futuro ci si dimenticasse
qualche passaggio. Col passare del tempo (sono rimasta con loro per una quindicina di anni), i momenti trascorsi
in cucina diventavano sempre più frequenti e sempre meno monotoni. Naturalmente
non ero più l’aiuto nel momento di panico ma cucinavo veramente. Ora, col senno
di poi, sento il dovere di ringraziare
Gabriella e Mario per aver avuto tanta pazienza ed avermi dato l’opportunità
di acquisire conoscenze, gusto e fantasia ma soprattutto avermi
insegnato ad amare “la musica delle
pentole sul fuoco” …
Potrei
anche dire che, di origini bolognesi e con una mamma casalinga che viveva per
cucinare, probabilmente il gene del fornello era già ben definito ed aspettava
solamente di essere “risvegliato”.
Ma
ad ognuno il suo merito.
Alcune ricette sono tradizionali, altre sono frutto delle
“ lezioni “ di allora, altre sono ricette di mia mamma ed altre sono nate dalla
mia fantasia. Negli anni le abitudini e l’alimentazione sono cambiate, la
cucina è in continua evoluzione, gli
abbinamenti “non si può fare” sono oggi
ben graditi. Tutto ciò lascia ampio
spazio alla creatività, giustificando anche qualche stranezza, con buona pace
di Artusi e Carnacina.
Comunque
e sempre con amore !!!
Nori
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