domenica 21 dicembre 2014

Arriva il Natale ... a Montecarlo di Lucca

Riapre la cucina dell' Antica Dimora Patrizia di Montecarlo di Lucca.
L' evento alquanto atteso e di indubbia curiosità, coinvolge il borgo medievale adagiato sul colle del Cerruglio.

martedì 4 marzo 2014

Frollini alla nutella-ricetta veloce

Frollini alla nutella-ricetta veloce

190 g di nutella
170 g di farina
1 uovo
Versate in una ciotola la nutella, la farina e l’uovo impastate aiutandovi con un cucchiaio di legno dovete ottenere una pasta molto simile a una frolla. Ora lasciate riposare la pasta in frigo per 30 minuti. Riprendete il panetto e formate delle piccole palline di pasta schiacciatele leggermente con le mani. Foderata con la carta forno la leccarda posizionate i biscotti e infornate in forno già caldo a 180°per 15 minuti.

domenica 23 febbraio 2014

tortelloni fritti con crema di ricotta alla cannella



tortelloni fritti con crema di ricotta alla cannella

Per la pasta:
300g di farina 00
100g di zucchero semolato
50-80 di vino bianco
50g di burro morbido
1 uovo
1 pizzico di sale
la scorza di un limone

Per il ripieno:
150g di crema pasticcera
200g di ricotta
1 cucchiaio di zucchero
cannella

Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio e non eccessivamente morbido ( aggiungere in un primo tempo 50ml di vino ed aggiungere gli altri 30g solo se l'impasto risulta troppo duro).
Lasciare riposare per 30min,  poi stendere con il mattarello una sfoglia non troppo sottile. Infarinare il piano da lavoro ,se la sfoglia tende ad attaccare.
Tagliare dei quadrati di pasta, farcirli con la crema. Chiudere a triangolo, chiudendo bene  i bordi e poi formare intorno al dito il tortellone.
Friggere in strutto (2/3 strutto,1/3 olio) profondo, scolare su carta assorbente e spolverare con zucchero a velo.

ATTENZIONE: non mettere troppa crema altrimenti sporca i bordi che si apriranno durante la frittura.

Ciambelline al vino rosso



Ciambelline al vino rosso
400 gr di farina
100 gr di fecola di patate
  50 gr di zucchero
100 gr d'olio di semi
120 gr di vino rosso
100 gr di mandorle macinate 
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
2 cucchiaini di semi di anice
2 cucchiai di zucchero  di canna per spolverare

Settacciate la farina, la fecola e il lievito. In una terrina impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto della consistenza della pasta frolla.
Coprite l'impasto e lasciatelo riposare per circa 30 minuti
Formate dei rotolini dello spessore di un dito.
Tagliateli a pezzetti e chiudetli a ciambellina.  Intingeteli da un lato nello zucchero di canna e poneteli su una  teglia coperta di carta da forno. Accendete il forno a 180°, accendete la ventola e cuocete per 25/30 minuti, fino a doratura.  

lunedì 17 febbraio 2014

Ma.... e le crescentine ???

Ma....  e le crescentine ???

A Bologna, la crescentina è quanto più comunemente  conosciuto come "gnocco fritto". Chiamata anche "crescente", viene preparata in tutte le case ed è un valido sostituto del pane. La ricetta varia da famiglia a famiglia, con o senza lievito, ma sempre fritta ed accompagnata da formaggi molli e salumi.


INGREDIENTI

    250 g di farina  00
    5 g di sale fino
    50 ml di latte intero
    50 ml di acqua minerale naturale
    12.5 g di lievito di birra
    25 g di strutto
    Olio di semi o strutto per friggere

    Setacciare la farina  ed unirvi il sale, mescolando accuratamente affinché i due ingredienti si miscelino il meglio possibile.
    Miscelare il latte con l'acqua in un pentolino e far appena intiepidire su fiamma bassa, quindi sciogliervi il lievito.
    Unire la miscela alla farina, assieme allo strutto.
    Impastare  gli ingredienti  fino a che si forma un impasto morbido ed elastico.
    Formare una palla, inciderla a croce, coprirla e farla lievitare per almeno 1 ora in un luogo ben riparato.
    Stendere la pasta con il matterello in una sfoglia di 4-5 mm di spessore e tagliarla a losanghe.
    In un padellino scaldare abbondante olio o strutto. Quando è ben caldo e comincia a fumare, tuffarvi le crescentine. Non metterne troppe per non far diminuire eccessivamente la temperatura.
    Quando le crescentine saranno ben gonfie e dorate, scolarle e porle su un piatto con carta da cucina.
    Servire ben calde, accompagnate da affettato, formaggi freschi e verdure sottaceto.

Antica tradizione bolognese: il FRIGGIONE

Antica tradizione bolognese: il FRIGGIONE

Il friggione è una specialità tradizionale bolognese, si tratta di una sostanziosa salsa a base di cipolle bianche e pomodori pelati.
E' considerata una ricetta veramente storica, del 1886,  tant'è che la ricetta originale viene conservata presso la Camera di Commercio di Bologna, privilegio riservato solo ai più conosciuti tortellini, alle tagliatelle e al ragù.

La preparazione del friggione è in realtà molto semplice, un pò più lunga la preparazione, a causa dei tempi di macerazione, è consigliato pertanto prepararlo alla sera prima per l'indomani.


Ingredienti
    Strutto 2 cucchiaini
    Sale 1 cucchiaino
    Zucchero 1 cucchiano
    Cipolle bianche, 2.5 kg
    Pomodori pelati, 200 gr

Per preparare il friggione iniziate mondando le cipolle bianche, poi affettatele molto finemente con un coltello affilato. Ponetele in una ciotola capiente e aggiungete il cucchiaino di sale grosso  e di zucchero. Lasciate macerare per almeno 4 ore mescolando di tanto in tanto. Mettete le cipolle e il liquido che avranno rilasciato in un tegame aggiungendo lo strutto , lasciate cuocere a fuoco basso per almeno 2 ore rimestando di tanto in tanto. Quando le cipolle si saranno scurite aggiungete i pomodori pelati e continuate la cottura per almeno un' altra ora e mezza; il risultato finale dovrà essere una specie di crema. Regolate di sale e pepe. Servite il friggione su dei crostini  oppure come salsa di accompagnamento per carne o polenta.

sabato 15 febbraio 2014

Soufflé lucchese

La cucina lucchese ha origini rustiche e povere. E anche i dolci più tradizionali nella loro semplicità sono gustosissimi. Molte preparazioni, come questo soufflé, sono a base di castagne, frutti delle terre montuose delle Apuane e dell’Appennino.
Ingredienti

1 dl e 1/2 di panna liquida
100 g di farina di castagne

100 g di burro fuso
2 uova

75 g di zucchero
zucchero a velo

In una ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero finché saranno gonfi e spumosi. Unite il burro fuso a bagnomaria e la farina setacciata. Montate gli albumi a neve ben soda e incorporateli al composto mescolando delicatamente. Imburrate e infarinate uno stampo e versatevi il composto. Cuocete in forno caldo a 180° per circa mezz’ora.

Ritirate dal forno, lasciate raffreddare, sformate sul piatto da portata, spolverizzate il flan con lo zucchero a velo. Servitelo tiepido con a parte la panna montata non zuccherata.

Matuffi

Pietanze che diventano esperienze, un tuffo in sapori antichi e rotondi. I matuffi sono un robusto piatto contadino della tradizione toscana.

Ingredienti x 4 piatti

500 gr di farina di mais
6 salsicce magre
100 g di olio extravergine d'oliva
1 kg di pomodori pelati
15 gr di funghi secchi
1 carota
1 costa di sedano
1 cipolla
1 foglia di alloro
½ bottiglia di vino rosso
parmigiano o pecorino grattugiati
sale
pepe nero macinato

Ammollate in un bicchiere di acqua calda i funghi secchi. Scaldate l'olio in una casseruola e soffriggete cipolla, sedano e carota tritati. Tgliete il budello dalle salsicce, schiacciatele in piatto con una forchetta e faggiungete la carne al soffritto.

Continuate a sgranare e versate il vino rosso. Quando è sfumato quasi del tutto, unite i funghi spezzettati insieme all’acqua di ammollo ( attenzione alla sabbia). Aggiungete sale, pepe, i pomodori fatti a pezzettini, e la foglia d'alloro.

Cuocete per 20 minuti. In un'altra casseruola preparate la polenta: fate cadere a pioggia la farina nell’acqua bollente mescolando di continuo con il cucchiaio di legno fino a che la polenta si fa densa senza grumi.

In ognuno dei 4 piatti mettete una cucchiaiata di polenta e poi sopra una di salsa cospargendo con molto formaggio grattugiato. Ripetete con un secondo strato su ciascun piatto, di polenta, sugo e formaggio. Continuate fino al termine del sugo e portate subito a tavola.

mercoledì 12 febbraio 2014

COME UTILIZZARE IL PANE RAFFERMO:

LA PINZA VENETA :

500 gr di pane raffermo
250 gr di uvetta ammollata in acqua calda
250 gr di fichi secchi
1 mela
1 litro di latte
4 – 5 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di semi di finocchio
1/2 bicchierino di rum o una fialetta di aroma
vanillina
un paio di cucchiai di farina 00
burro per la teglia

tagliate a fettine sottili il pane raffermo, mettetelo in una capiente ciotola e bagnatelo con il latte tiepido al quale avrete aggiunto lo zucchero, mescolate per bene, copritelo con un canovaccio e lasciatelo riposare per una notte.
Il mattino successivo rimestate per bene il pane che si sarà ammollato e si ridurrà con facilità in un composto morbido e ben accorpato.
Aggiungete gradatamente la farina, il rum e la vanillina, i fichi secchi tagliati a pezzetti e mescolate con cura in modo da amalgamare  bene  gli ingredienti.
Continuate aggiungendo l’uvetta, la vanillina, la mela tagliata a pezzetti e  i semi di finocchio.
Mescoliate il composto con molta cura, sarà un po’ difficoltoso perchè risulterà compatto, ma con pazienza e movimenti dal basso verso l’alto dovrete fare in modo che risulti  ben omogeneo.
Versate il tutto in una teglia imburrata ed infarinata e livellate con cura. Ottenete uno strato di circa 5/6 cm di spessore.

Infornare  a 180° e lasciate cuocere per circa 1 oretta.

martedì 11 febbraio 2014

Confettura di pomodori verdi :

Confettura di pomodori verdi :
1 kg di pomodori da insalata verdi ( acerbi)  - 600 gr di zucchero - 1 limone
Sbucciate completamente i pomodori, tagliateli in quattro parti, privateli dei semi e tagliateli a pezzettini. Sbucciate il limone cercando di togliere solo la parte gialla della scorza, fatela a striscioline e mettetela da parte.
Bagnate i pomodori con il succo del limone, unite lo zucchero, mescolate bene e lasciate macerare per 8 ore. Trascorso il tempo mettete il composto in una pentola, aggiungete le striscioline di scorza di limone e portate a ebollizione. Cuocere a fuoco lento finchè la confettura avrà raggiunto la giusta consistenza.
Metterla ancora calda nei vasi, chiudeteli ermeticamente e capovolgeteli per circa 20 minuti per ottenere il sottovuoto. Per sterilizzare e pastorizzare: mettere i vasetti in una pentola piena di acqua fredda ( i vasetti devono sempre essere sommersi) e far bollire per circa 40 minuti.  Lasciateli raffreddare completamente prima di toglierli. Assicuratevi che durante l’ebollizione non sbattano uno con l’altro, eventualmente distanziateli con un canovaccio. Conservate in luogo fresco e asciutto, preferibilmente al buio.

Tomatoes stuffed with rice: from Roman tradition

Tomatoes stuffed with rice: from Roman tradition
for 4/6 persons: 10 red tomatoes - 1 tablespoon of rice for each tomato - 50 gr parmesan cheese - 50 gr pecorino romano cheese - a few leaves of basil -6 medium potatoes - rosemary - 2 cloves garlic - salt and pepper - olive oil.
Thoroughly wash and dry the tomatoes. Cut an inch above the tomato to have a lid for cooking. With the help of a spoon drain the tomatoes from the pulp, and put them in a bowl. Add salt internally and then flip to lose water.   Chop the pulp through a strainer, add the chopped basil, the two types of grated cheese, salt, pepper and a drizzle of extra virgin olive oil. If you wish, add a clove of garlic, finely chopped. Add a tablespoon of rice for each tomato stir and let stand for 10-15 min. Cut the potatoes into cubes, add a drizzle of extra virgin olive oil, salt and add a bit of rosemary and garlic.
Put the tomatoes in a baking pan, leaving space for the potatoes. Fill the tomatoes with the mixture of rice. Cover with its lid. Put them for about an hour in an oven preheated to 180 C degrees.

Pomodori al riso : di tradizione romana

Pomodori al riso : di tradizione romana
per 4/6 persone: 10 pomodori ramati - 1 cucchiaio di riso per ogni pomodoro - gr.50 grana -gr.50 pecorino romano -
alcune foglie di basilico -6 patate medie – rosmarino - 2 spicchi di aglio - sale e pepe - olio evo

Lavate accuratamente i pomodori e asciugateli. Tagliate a un centimetro di calotta dal pomodoro per avere un coperchio per la cottura. Con l' aiuto di un cucchiaino svuotate i pomodori dalla sua polpa, che metterete in una terrina. Salateli internamente e poi capovolgeteli per far perdere acqua.
Passate la polpa al passaverdure, aggiungete il basilico spezzettato , i due tipi di formaggio grattugiato , il sale , il pepe e un filo di olio evo. A piacere aggiungere uno spicchio di aglio tritato finemente.  Aggiungete un cucchiaio di riso per ogni pomodoro mescolate e lasciate riposare per 10-15 min.
Tagliate le patate a tocchetti , aggiungete un filo d' olio evo, salatele e aggiungete un po' di rosmarino e aglio.
Mettete in una pirofila i pomodori , lasciando degli spazi per mettere le patate. Riempite i pomodori con l' impasto del riso. Copriteli con il suo coperchio . Metteteli per circa un' ora in forno preriscaldato a 180 gradi.

lunedì 10 febbraio 2014

Erbazzone - focaccia di verdure di tradizione Emilia Romagna

Erbazzone - focaccia di verdure di tradizione Emilia Romagna
1 kg di foglie di spinaci o biete - 300 g di farina bianca - 150 g di pancetta tritata- 80 g di parmigiano reggiano - 40 g di burro - 20 g di olio extra vergine d'oliva - 3 cipolle - 1 spicchio d' aglio - un trito di prezzemolo - sale e pepe
Pulite e lavate le foglie di spinaci o biete, mettetele in pentola senza acqua e cuocete a fiamma bassissima ( l’acqua sarà prodotta dalle verdure stesse).
Scolatele, strizzatele e tritatele grossolanamente.
In una casseruola fate soffriggere il burro la pancetta, l' aglio, le cipolle e il prezzemolo, tenendone da parte un cucchiaio.
Quando il trito avrà cominciato a prendere colore, toglietelo dal fuoco e aggiungete le verdure, il parmigiano, sale e pepe e mescolate con cura.
Su una spianatoia lavorate la farina con l' olio, un pizzico di sale e un po' di acqua tiepida, fino a ottenere un impasto simile a quello impiegato per il pane.
Dividete la pasta in due parti di 2 diverse grandezze e con la più grande foderate una tortiera precedentemente unta, facendo un po' sbordare la pasta. Versate quindi nella pasta il ripieno e livellatelo.
Stendete l' altra pasta molto più sottile e di diametro molto superiore a quello della tortiera.
Stendete la pasta sul ripieno, cercando di incresparla verso il centro, poi eliminate quella che avanza.
Rigirate verso l' interno la pasta sporgente del primo strato.
Ungete la superficie superiore della pasta con il battuto di verdure precedentemente tenuto da parte, poi cuocete in forno caldo per 30 minuti.

Erbazzone - focaccia with vegetable - tradition of Emilia Romagna


Erbazzone - focaccia with vegetable - tradition of Emilia Romagna
1 kg of spinach or chard - 300 gr flour - 150 gr chopped bacon-80 gr of parmesan cheese - 40 gr butter - 20 gr of extra virgin olive oil - 3 onions - 1 clove of garlic - chopped parsley - salt and pepper.
Clean and wash the spinach or chard, put them in a pot without water and cook over low heat (water will be produced from the vegetables themselves). Drain, squeeze and chop coarsely.
In a saucepan, fry bacon, butter, garlic, onions and parsley (keep aside a spoon). When the mixture begins to brown, remove it from heat and add the vegetables, Parmesan cheese, salt and pepper and mix well.
Put the flour on the work surface, add the oil, a pinch of salt and a bit of warm water until dough is similar to that used for bread. Divide the dough into two parts with two different sizes. With the largest one line a greased cake pan, doing a little overhang pasta. Pour the filling, evenly distributed, into the dough.
Roll out the other dough much thinner and with a diameter a little greater than that of the cake pan.
Stretch the dough over the filling, trying to leave it soft in the center, then remove the excess.
Fold up the dough of the first layer towards the center.
Grease the top of the dough with chopped vegetables previously held, then bake in a hot oven 180 °C for 30 minutes.


Torta al testo: from the Umbrian tradition.


Torta al testo: from the Umbrian tradition.
500 gr. flour "0" – 2 Eggs - 50 gr. lard (or butter) - 80 gr. grated Pecorino 5. -1 dl. milk - 1 dl oil EVO - 1 pinch baking soda - a pinch of salt.
Sift the flour and mix with the eggs, lard, cheese, milk, baking soda, salt and oil. Knead the dough, adding, if necessary, a few tablespoons of warm water: it will become smooth and soft.
Cover and let stand for about twenty minutes. Roll out the dough into a disk of 2 cm thick and place it above the hot “testo” pierce with the tines of a fork and with a knife also score horizontal stripes. The traditional testo is a disk made by stone or cast iron. You can use a baking tin or a plate for pizza.
Cook the pizza into the baking tin in contact with the flame for about ten minutes, then flip and continue for another fifteen. Once cooked, cut into wedges and serve with salami, sausages, chilled cicory.

Torta al testo: dalla tradizione umbra


Torta al testo: dalla tradizione umbra
500 g Farina “0” - 2. Uova - 50 g Strutto ( o burro )- 80 g Pecorino grattugiato 5. -1 dl Latte - 1 dl Olio EVO – 1 pizzico Bicarbonato - un buon pizzico di sale fino.
Setacciate la farina e impastatela con le uova, lo strutto, il pecorino, il latte, il bicarbonato, il sale e l’ olio. Lavorate l'impasto, unendo, se necessario, qualche cucchiaio di acqua tiepida: dovrà risultare un composto liscio e morbido. Coprite e lasciate riposare per una ventina di minuti. Stendete la pasta in un disco di 2 cm di spessore e ponetela sopra il testo caldo punzecchiatela con i rebbi di una forchetta ed incidetevi con un coltello anche delle strisce trasversali. Il testo, nella tradizione, era un disco di pietra o ghisa che si scaldava nel camino. Oggi si utilizza anche la teglia per pizza. Fate cuocere la torta tenendo il testo a contatto con la fiamma per una decina di minuti, quindi capovolgete e proseguite per ulteriori quindici. Una volta cotta, tagliatela a spicchi e servite con capocollo, prosciutto o salsiccia.

domenica 9 febbraio 2014

Maionese, perchè acquistare quella già pronta ? Per farla fresca occorre pochissimo tempo e di sicuro è migliore...



Per circa 300 gr di maionese: 2 tuorli d’uovo – succo filtrato di ½ limone - 250 gr olio – 1 cucchiaino aceto ( o di senape ) – sale q.b.
Per prima cosa, bisogna fare attenzione ad usare olio e uova a temperatura ambiente e di separare molto bene il tuorlo dal bianco. In una ciotola dai bordi alti, mettete i tuorli con un pizzico di sale e un cucchiaino d'aceto.
Lavorate gli ingredienti con uno sbattitore elettrico e poi incominciate a versare l'olio a gocce continuando poi a filo . Dovrete mescolare sempre nello stesso senso fino ad ottenere una salsa densa. Quando avrete aggiunto tutto l'olio, potete unire il succo di limone (sempre sbattendo), ed eventualmente aggiustare ancora di sale. Se non la consumerete immediatamente, mettete in frigorifero la maionese così ottenuta coprendola con della pellicola trasparente.
CONSIGLIO
Se improvvisamente vedeste apparire dei grumi nella maionese, come se fosse cagliata, sappiate, che, come si dice in gergo, la maionese è impazzita. Ma non disperatevi: a tutto c’è rimedio! Ecco come fare: tenete da parte la maionese impazzita e in un altro recipiente mettete un altro tuorlo; frullate di nuovo aggiungendo un filo d'olio e poi, sempre nel recipiente ,aggiungete un cucchiaio alla volta e molto lentamente, la maionese impazzita, e tutto dovrebbe tornare alla normalità.

Per non far impazzire la maionese bisogna evitare di aggiungere troppo olio in una volta, impedendone il corretto emulsionamento con il tuorlo. Se desiderate ottenere una maionese molto densa, in genere occorrono circa 200-250 ml di olio per due tuorli d'uovo.


Una base per la pasta al forno ...

Besciamella
1 lt latte – 100 gr burro -  100 gr farina -  1 pizzico noce moscata – 1 pizzico di sale
Per la preparazione della besciamella mettete in un pentolino il burro , fatelo sciogliere e mescolando per non formare grumi, aggiungete la farina setacciata. Fate cuocere il tutto per qualche minuto, mescolando continuamente per  evitare di farle prendere colore o farla attaccare.
Avrete così ottenuto quello che i francesi chiamano roux (Sabina Welserin ne scrisse già nel 1500). Togliete il pentolino dal fuoco e aggiungete il latte molto caldo, ma non bollente, mescolando il tutto con un cucchiaio di legno. Rimettete quindi il pentolino sul fuoco, fate cuocere a fiamma bassa finchè la salsa comincerà a bollire e aggiungete un pizzico di sale e un pizzico di noce moscata . Coprite con un coperchio e fate cuocere la besciamella per 10 minuti, sempre a fuoco basso e mescolando di tanto in tanto, per far addensare la salsa. La vostra besciamella è pronta.


sabato 8 febbraio 2014

La base della nostra cucina: SALSA AL POMODORO


La base della nostra cucina: SALSA AL POMODORO

Spesso ed erroneamente è considerata una salsa poco importante o non sufficientemente "chic". Ma volete rinunciare al profumo dell'estate in un piatto di pasta ?

Passata di pomodoro al naturale: Si prepara con pomodori molto maturi. Tagliate in quattro i pomodori e metteteli in un tegame con un filo di olio EVO e sale grosso. Cuocete i pomodori a fuoco basso. Faranno un po’ di acqua che dovrà asciugarsi. Si dovrà poi passare il composto al passaverdure poi, ancora caldo, metterlo in vasetti sterilizzati. Capovolgete i vasetti per 20 minuti per fare il sottovuoto, poi rigirateli e metteteli in dispensa. Questa passata al naturale si conserva anche 1 anno e può essere utilizzata in ogni ricetta che prevede salsa al pomodoro. Una volta aperto il vasetto, dovrà essere utilizzata in poco tempo.

Salsa al pomodoro: Si possono utilizzare sia la passata precedente che pomodori freschi molto maturi. L’unica differenza di cui tener conto è che la passata contiene già un po’ si sale, quindi non salate troppo il sugo. Se preferite un sugo con pomodori a pezzettoni, consiglio di spelarli prima, altrimenti dovrete passarli al passaverdura per una salsa senza pellicine e diventerebbe una passata.
In una casseruola mettete 5 cucchiai di olio EVO, gr. 20 di misto per soffritto (sedano, carota e cipolla tritati). Fate soffriggere qualche minuto a fuoco non troppo alto e quando sono appassiti aggiungete gr. 400 pomodoro. Fate asciugare l’acqua prodotta dai pomodori e verso fine cottura aggiustate di sale. A discrezione e gusto, possono essere aggiunti pepe, origano, basilico o uno spicchio di aglio schiacciato che andrà tolto prima di condire la pasta..
E’ consigliata per tutti i tipi di pasta.


Tradizionalmente fresca ....


Panzanella : Ricetta tipica toscana che un tempo era considerata la prima colazione per eccellenza. Oggi rientra negli stuzzichini e fresche merende estive …
Gr. 300 pane toscano senza sale raffermo e quasi secco - 2 pomodori cuore di bue maturi – 1 cipolla dolce – circa 10 foglie basilico fresco – sale q.b. – olio EVO – Aceto bianco di vino o di mele –
Spezzettate il pane e mettetelo in una ciotola bagnandolo con spruzzi di acqua. Tagliate finemente la cipolla e mettetela a bagno in acqua fredda per togliere il sapore forte ed il pizzicore. Spezzettate grossolanamente il pomodoro. Strizzate bene il pane con le mani e mettetelo in una ciotola capiente. Aggiungete il pomodoro, la cipolla strizzata, il basilico spezzettato con le mani, il sale e abbondante olio EVO. Unite un goccio di aceto bianco o di mele e mescolate il tutto. Lasciate riposare circa mezz’ora prima di servire.

La stessa ricetta, un po’ rivisitata, viene proposta nell’ alto Lazio. Il pane si taglia a fette e si inumidisce spruzzandolo con acqua fredda. Non si utilizza aceto ma per il resto gli ingredienti sono gli stessi. A piacimento si aggiunge del tonno sott’ olio, ben strizzato, lo si unisce al composto preparato ed il tutto si posiziona sulle fette di pane a formare dei grossi crostoni.


Croissant, Kipferl, cornetto ... tra leggenda e storia....


Croissant, Kipferl, cornetto ... tra leggenda e storia....

Le leggende vogliono che la forma tipica sia correlata in qualche modo alla battaglia di Vienna del 1683: dopo un lunghissimo assedio della città da parte dell'esercito ottomano, il gran visir Mustafa Pasha tentò un'ultima azione per penetrare all'interno delle mura della città. All'esercito venne ordinato di scavare dei cunicoli sotto alle mura. Furono i fornai viennesi gli unici lavoratori svegli a notte fonda, a udire i rumori degli scavi e a dare l'allarme. Così, quando la coalizione cristiana sconfisse i turchi, Giovanni III di Polonia, secondo la leggenda, avrebbe chiesto proprio ai fornai di inventarsi un dolce che celebrasse la vittoria. Detto-fatto: Peter Wendler, fornaio viennese, si ispirò alla bandiera turca (con la mezzaluna) e creò il kipferl, come per esorcizzare il nemico: mangiarsi la mezzaluna, il kipferl, voleva dire “mangiarsi” l'avversario sconfitto.

Secondo altre versioni dei fatti, l'origine del kipferl andrebbe retrodatata addirittura mille anni pirma: si tratterebbe infatti di una celebrazione della battaglia di Tours del 732, vinta dai francesi contro l'esercito del Califfo Umayyad.

La storia moderna è altra cosa, e spiega perché da prodotto tipico austriaco, il cornetto sarebbe diventato simbolo della Francia.

Era il 1838 o, secondo altri, il 1839: fu allora che un ufficiale dell'artiglieria australiana – i militari ritornano sempre, nella storia del cornetto – fondò a Parigi una pasticceria viennese. Ovviamente, August Zang, questo il nome del proprietario della Boluangerie Viennoise (in rue de Richelieu) ispirò molti colleghi, che diedero vita al croissant francese così come lo conosciamo.

Curiosità:



Vienna, i turchi e un frate cappuccino … in apparenza potrebbero non avere nulla in comune … in realtà sono i responsabili della nascita della colazione all’italiana! Nel 1683 i turchi assediavano Vienna da due mesi ma senza successo. Decisero così di scavare gallerie sotterranee per riuscire ad entrare di sorpresa in città. Ma i fornai, a lavoro durante la notte, si accorsero del tentativo e diedero l’allarme. Per festeggiare la vittoria i fornai prepararono un nuovo dolce, i cornetti, in tedesco kipferl cioè mezzaluna, il simbolo dei turchi. Come a voler dire “i turchi volevano farci fuori ma noi li abbiamo mangiati”. Nella ritirata i turchi si lasciarono dietro sacchi di caffè. Un frate cappuccino assaggiò il primo caffè e trovò amara la bevanda così propose l’aggiunta di latte. Il caffè schiarì divenendo simile al colore del saio del frate perciò venne chiamata kapuziner ossia cappuccino!

giovedì 6 febbraio 2014

A Bologna le tagliatelle sono anche dolci.... Per la gola di grandi e piccini

A Bologna le tagliatelle sono anche  dolci....
Per la gola di grandi e piccini

Tagliatelle dolci fritte dolce tipico di Bologna
per la pasta: 500 gr di farina - 100 gr di zucchero semolato - 50 gr di burro - 3 uova -
per il ripieno: scorza grattugiata di 1 limone - 2 manciate di zucchero - 
olio di semi per friggere

Per la pasta: fate la fontana con la farina, mettetevi al centro lo zucchero, il burro e le uova ed impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
Stendere l'impasto sottile usando il mattarello. Cospargere la sfoglia con zucchero misto alla buccia di limone tritata fine e arrotolarla su se stessa come per fare le tagliatelle.
Tagliare a fette larghe 1-2 cm (senza srotolarle) e friggerle in abbondante olio bollente, togliendole quando sono dorate. Scolarle su carta assorbente, farle raffreddare e servire.



STRUDEL DI CIOCCOLATO / ROTOLO

Avete dei pezzi di cioccolato di uova di pasqua, kinder o....
Potete utilizzarli in una preparazione molto veloce e semplice:

STRUDEL DI CIOCCOLATO / ROTOLO

1 rotolo pasta frolla | 200-220 gr. cioccolato | 60 gr. burro | 50 ml latte | 100 gr. nocciole tostate e tritate
     Versare in un pentolino il cioccolato spezzettato insieme al burro ed al latte. Farli sciogliere insieme a fuoco basso o a bagnomaria.
     Adesso prendere il rotolo di pasta frolla e stenderlo in maniera uniforme.
     Cospargerlo spalmando sopra la crema di cioccolato ottenuta ed unire anche delle nocciole tostate in superficie.
A piacere si può aggiungere una pera tagliata a fettine sottili, uvetta o pinoli.
     Arrotolare la pasta frolla creando un rotolo e disporlo su una teglia rivestita di carta forno.
     Adesso traferire in forno caldo a 180°C per circa 25-30 minuti. Una volta cotto sfornare lo strudel e spolverarlo con dello zucchero a velo. Servire caldo.


mercoledì 5 febbraio 2014

Biscotti rotti o sbriciolati ? Non buttateli ma preparate una:




TORTA DI BRICIOLE
150 g di briciole di biscotti
100 g di farina
50 g di zucchero
3 uova
100 g di latte
1 cucchiaio di cacao amaro
2 cucchiai di cioccolato bianco/nero  tritato o in gocce
1 bustina di lievito per dolci

Al mixer tritate le briciole di biscotti finemente. In una ciotola unite le briciole agli altri ingredienti tranne il cioccolato bianco tritato,  mescolate bene con una frusta elettrica.
Versate in uno stampo ricoperto di carta forno e distribuite sulla superficie il cioccolato bianco o nero.
Cuocete a 180 gradi per 45 minuti.
Spolverate con zucchero a velo prima di servire.

lunedì 3 febbraio 2014

Torta d'Erbi di Lucca o Torta Co' Becchi



La torta d’erbi è un dolce di pasta frolla di forma rotonda cotta in forno. Ha la caratteristica di presentare sul bordo i “becchi”, elementi triangolari di colore ambrato ottenuti con il taglio e ripiegamento della pasta sul bordo stesso. È unico il suo sapore tra dolce e salato, in quanto gli ingredienti tipici dei dolci vengono mescolati con le verdure. Si presenta in tantissime varietà e nasce grazie alla conoscenza ed all’uso esperto delle tante erbe che nascono spontanee in tutta la lucchesia.
Piccola premessa, la torta d’erbi non ha quantità ben precise per le erbe contentue (visto che cambiano in base alla stagione e alla disponibilità), bisogna prenderci la mano e piano piano imparare a conoscere le erbe, le caratteristiche  e le quantità necessarie.

Due chili di bietole ( oppure 1 kg bietole e 1 kg erbe spontanee), una ricotta, una manciata di pecorino, due uova, una manciata di pane grattugiato, un pizzico di pepe, un po' d'olio, sale.
Per la sfoglia: farina, acqua, olio e sale.

Lavate le erbe e tritatele non troppo fini. Salatele ed aspettate che fuoriesca il liquido,quindi strizzatele e mescolatele bene con ricotta, pecorino, due uova intere, pane grattugiato, un pizzico di pepe e un po' d'olio. Preparate la sfoglia con farina, acqua, olio e sale e tiratela molto sottile col mattarello, oppure se usate la macchina per pasta, passatela due volte. Mettete la sfoglia nel testo unto d'olio d'oliva e spalmatevi l'impasto d'erbi, non troppo spesso. Ricoprite con altra sfoglia, unendo i bordi. Spennellate di olio d'oliva e con una forchetta praticate dei fori, questi impediranno alla sfoglia di gonfiare. Mettete la torta in forno caldo a 180° lasciando cuocere per tre quarti d'ora.

domenica 2 febbraio 2014

In un simpatico pomeriggio piovoso, i dolcetti facili facili da fare insieme ai bambini...

I cocchini

3 chiare d’uovo (se sono piccoli 4 )
100 gr. di zucchero
100 gr.  di cocco raspato
Mettere le chiare  con lo zucchero in un tegamino. Accendere il fuoco a media forza e mescolare continuamente finché lo zucchero non si è  sciolto. Spegnere, aggiungere il cocco e mescolare bene. Aspettare una decina di minuti, mescolando ogni tanto in modo che tutto il cocco si reidrati. Accendere il forno a 200° ,mettere la carta da forno sulla teglia del forno e iniziare a disporre il composto con l’aiuto di un cucchiaino. Non metterli troppo vicino perché  aumentano di volume. Infornare per 10/15 minuti e appena prendono colore togliere.


Dolce Toscana ...


Il Berlingozzo
è un dolce antico, pare risalga al 1400, ed è tipico di Lamporecchio, cittadina toscana nota sopratutto per un altra ricetta dolce, i brigidini. Viene tradizionalmente preparato nel periodo di Carnevale e oltre ad essere particolarmente adatto per la colazione è anche indicato per gli allergici al lattosio, dato che non contiene nessun derivato del latte.
Il suo nome sembra derivare dal berlingaccio, termine che indicava il giovedì grasso e una maschera in uso e costume quattrocenteschi. A sua volta "berlingaccio" deriva dal tedesco bretling (tavola). Il verbo berlingare voleva dire divertirsi e spassarsela a tavola: citato da poeti cinquecenteschi, sembra fosse in uso anche alla corte di Cosimo I a Firenze.

2 uova + 2 tuorli
250 gr di farina
200 grdi zucchero
15 gr di lievito per dolci
scorza di un limone
1 arancia
50 gr di olio d'oliva
granella di zucchero e codette colorate per guarnire
zucchero a velo
margarina per ungere la tortiera

Montate le uova, i tuorli e 150 grammi di zucchero finché non diventano gonfi e spumosi.
Unite la scorza del limone grattugiata e l’olio, continuando a montare. Setacciate la farina con il lievito e unitela al composto mescolando dal basso verso l’alto per non farlo smontare.
Ungete con la margarina uno stampo da ciambella di circa 22 cm, versatevi il composto e cuocete in forno a 180 gradi per 30 minuti.
Nel frattempo spremete l’arancia, filtrate il succo e, in una casseruola con lo zucchero rimasto, mandarlo a fuoco dolce fino ad ottenere uno sciroppo non troppo denso.
Sfornate il dolce e lasciatelo raffreddare. Liberatelo con attenzione dallo stampo e bagnatela superficie con lo sciroppo d’arancia. Guarnite con la granella e le codette colorate di zucchero.
Servitelo quando è completamente freddo e spolverizzato con zucchero a velo.